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Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci

Salerno

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Storia

 

Il Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Martucci" di Salerno sito in via Salvatore De Renzi, ha avuto origine come scuola musicale durante il regno borbonico e precisamente nel 1819.

Nei suoi quasi due secoli di vita, ha avuto diverse configurazioni giuridiche:

  • Scuola di Musica fino al 1953;
  • Liceo Musicale Pareggiato fino al 1963;
  • Sezione Staccata del Conservatorio di Musica "San Pietro a Maiella" di Napoli fino al 1980;
  • Conservatorio autonomo fino ad oggi.

Seguono i principali ed essenziali cenni storici di una Istituzione scolastica musicale che, per numeri di anni e popolazione scolastica, vanta buoni titoli di prestigio, se non di primato.

 

II Conservatorio di Musica di Salerno deriva, senza soluzione di continuità, dalla Scuola di Musica fondata presso l'ospizio "San Ferdinando" all'inizio del 1819, con decreto n. 1438 del 1 gennaio dello stesso anno, che regolamentava il funzionamento delle scuole, la nomina del personale e la gestione amministrativa.

Il San Ferdinando, così denominato dal 1816 in poi in onore di Ferdinando IV di Borbone (1734-1825) che, dopo il ritorno a Napoli dalla Sicilia governò con il nome di Ferdinando I (1815-25), era stato deputato a deposito dei mendici il 1° novembre 1813 da Gioacchino Murat. A sua volta tale ospizio era sorto nei locali adiacenti ai due conventi di San Nicola e di San Lorenzo, espropriati ai Religiosi Riformati, a seguito delle leggi eversive del 1807 e 1811 di Giuseppe Napoleone, con le quali sopprimeva gli ordini religiosi nel Regno delle Due Sicilie.
Fino a tale epoca i due stabili erano stati proprietà dei suddetti religiosi, i quali li avevano occupati entrambi presumibilmente dal 1586.
Precedentemente il San Lorenzo era stato proprietà delle Suore Clarisse, alle quali lo aveva donato, nel 1295, Giovanni da Procida, che aveva tra esse la sua figliola Giovanna, acquistandolo dai PP. Benedettini, che vi dimoravano dalla sua fondazione – non si sa bene se nell'anno 963 o 872 – ad opera di Gisolfo I.
Il S. Nicola, invece, era stato occupato dai PP. Benedettini dalla sua erezione avvenuta tra il 1080 e il 1088 a cura del beato Leone, abate di Cava, durante il governo della Chiesa salernitana dell'arcivescovo Alfano I, fino al 1407, in cui, ad istanza della regina Margherita di Durazzo, Gregorio XII ne ordinò la cessazione ai Frati Osservanti.
L'Ospizio dunque, istituito nel 1813 quale luogo di accoglienza per i mendicanti di entrambi i sessi, dal 1818 fino alla metà del secolo, ospitò anche gli orfanelli in età tra i sette e i diciotto anni.
Dopo il 1851 per i mendici venne utilizzato il Convento della Madonna delle Grazie e il "San Ferdinando" restò interamente a disposizione degli orfanelli in età minorile.
Con l'ascesa al trono del principe Umberto di Savoia, l'orfanotrofio prese il nome di "Umberto I" che ha conservato fino a poco tempo fa.
Per preparare gli orfani del "San Ferdinando" all'inserimento nel mondo del lavoro, si istituirono corsi professionali di sartoria, calzoleria, falegnameria e soprattutto di musica.
Alfonso Menna, sindaco di Salerno per quasi quindici anni, nella sua pubblicazione "Una Istituzione allo specchio", scrive:

In ogni tempo, alla preparazione musicale dei giovani furono rivolte assidue cure, con l'impiego di gran parte dei mezzi finanziari a disposizione. Gli altri addestramenti ebbero così, una limitata attività. In tal modo la vita dell'Ente s'identificò con quella della scuola, per cui parlare di questa significava parlare dell'altro e viceversa.

Con il decreto del 7 aprile 1819 del Ministero degli Affari Interni, fu nominato primo insegnante e direttore della scuola di musica P. Gabriele da Forio d'Ischia, che vi svolse il suo ruolo fino al 1855, quando fu sostituito dal M° Domenico Ansalone. Succedettero, poi, nella direzione della scuola, fino al giugno del 1869, i maestri Antonio Pipitone e Raffaele Caravaglios.

A questi seguì l'allievo di Saverio Mercadante, Temistocle Marzano, designato dallo stesso maestro all'ambito ufficio di direttore della scuola musicale salernitana.
Dopo 27 anni di insegnamento e di direzione – 27 aprile 1896 – il Marzano morì improvvisamente, lasciando il posto vacante.
Augusto Ruggiero, docente presso la stessa scuola, occupò ad interim il ruolo di direttore, in attesa della nuova nomina, che il Consiglio il 17 dicembre 1897 fece cadere sul M° Vincenzo Grandine. Questi svolse contemporaneamente i ruoli di direttore e di insegnante per 34 anni fino al 22 dicembre 1932.
Nuovo direttore, con incarico di insegnante, fu poi Carlo Cammarota, come da delibera del Consiglio del 1° agosto 1933.
Il M° Cammarota rimase in servizio fino al 31 ottobre del 1939, quando, avendo vinto il concorso presso il Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma, lasciò vacante il posto a Salerno, che fu occupato provvisoriamente dal M° Manlio Barrella fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, la quale determinò la quasi soppressione della scuola. Di essa infatti rimasero solo un istitutore, due maestri ed alcuni allievi non idonei alle armi per malferma salute.
All'opera di rinascita contribuì in maniera determinante il M° Luigi Marino, già istitutore di musica dal 4 giugno 1934, con la ricostruzione della banda e dei concerti bandistici settimanali nei posti indicati dalla Civica Amministrazione.
Il primo concorso a direttore, bandito dopo il secondo conflitto mondiale, vide vincitore il M° Domenico D'Ascoli, che vi s'insediò il 15 aprile 1953.

Sotto la direzione del M° D'Ascoli avvenne il primo straordinario riconoscimento giuridico della vecchia scuola musicale salernitana: il pareggiamento.

Nell'anno scolastico 1950-51 – scrive il Menna nell'opera citata – erano iscritti alla scuola 136 alunni. L'Istituto aveva un'organizzazione all'incirca conforme ai Conservatori statali, mancava soltanto il riconoscimento giuridico, che si presentava irto di difficoltà per cui, in alternativa, si tentò la carta del pareggiamento, che si ottenne con il Decreto del Presidente della Repubblica Einaudi il 17 dicembre 1953. Le scuole attivate furono solo quelle di violino, violoncello, contrabbasso, oboe, tromba e trombone, flauto, clarinetto e corno.

II nuovo liceo musicale pareggiato venne intitolato, su suggerimento del M° D'Ascoli, al napoletano Giuseppe Martucci, compositore, direttore d'orchestra e pianista. Il Conservatorio ha successivamente mantenuto sino ad oggi la stessa denominazione.

Con la richiesta da parte dei docenti della parifica economica a quella dei Conservatori e con l'impossibilità di soddisfarla da parte dell'Amministrazione dell'Istituto, si rischiò di chiudere. Si pensò allora di trasformare il liceo pareggiato in sezione staccata del Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli.

La trasformazione giuridica, da liceo pareggiato a sezione staccata del "San Pietro a Maiella" di Napoli, si ebbe il 27 marzo 1963 con il Ministro della P. I., Luigi Cui. La nuova configurazione giuridica dell'Istituto comportava anche una convenzione, stipulata il 16 dicembre 1964, tra il Conservatorio di Napoli e l'Umberto I per il potenziamento della Scuola musicale salernitana. Pare che la mancanza di impegno da parte del San Pietro a Maiella abbia determinato l'esigenza di sganciare la scuola dalla dipendenza del Conservatorio napoletano e promuoverne l'elevazione a conservatorio autonomo.
Scrive, sempre nel citato lavoro, il Menna:

Ai patti stabiliti, l'Amministrazione dell'Umberto I ha dato sempre premurosa esecuzione: il più delle volte è andata oltre i limiti; non altrettanto risulta sia stato fatto dal Conservatorio S. Pietro a Maiella. La scuola a poco a poco decade. I vincoli disciplinari si allentano, gli insegnanti, quasi tutti di altre sedi, spesso si assentano o lesinano sull'orario, si accentua in alcuni di essi una condizione di indifferenza verso gli alunni, si sviluppa nell'ambiente la corsa alle lezioni private. I pochi abilitati non portano più quella spiccata preparazione di una volta. Le più indispensabili attrezzature didattiche scarseggiano e, a tale titolo, frequenti sono le agitazioni degli alunni. La sezione di Salerno è considerata la parte povera: ogni umiliazione può essere consentita, tutto è livellato! Il patrimonio culturale della scuola, che tanti sacrifici era costato, si attenua gradatamente. Unica preoccupazione dei dirigenti è di dare la formale dimostrazione di aver fatto il proprio dovere. Ma questo, limitato alla sterile forma, non poteva non portare al preoccupante decadimento. Le iscrizioni diminuiscono, i favorevoli risultati finali si fanno attendere: gli alunni, i più bravi, spesso abbandonano la classe durante l'anno per trasferirsi altrove o prepararsi privatamente: un senso di sfiducia avvolge la funzione della scuola. Non mancano le ispezioni, ma tutto rimane come prima, se non peggio di prima.

II primo tentativo per l'autonomia fu compiuto nel 1975 proprio dal più volte citato Alfonso Menna, che era l'amministratore dell'Umberto I, nella cui giurisdizione era compresa anche la Scuola di Musica. Seguirono altri tentativi, ma tutti con esito negativo, fino a quando non divenne Ministro della P. I. il prof. Salvatore Valitutti, salernitano, che era a conoscenza dell'annoso problema. Pressato insieme al suo collaboratore prof. De Filippo, componente del Consiglio comunale di Salerno, da Alfonso Menna, che da anni seguiva con interesse caparbio la vicenda, il Ministro realizzò l'autonomia della Scuola musicale salernitana e ne diede entusiastica notizia al Menna con questo telegramma:

Sono lieto comunicare che con decreto Presidente della Repubblica in data 14 marzo 1980, su mia proposta, è stata disposta autonomia Conservatorio musica Salerno stop. Molti cordiali saluti.

Dal 14 marzo 1980 ad oggi si sono avvicendati nel Conservatorio di Musica salernitano:

  • Presidenti del Consiglio di Amministrazione: Alfonso Menna, Paolo Farnararo, la prof.ssa-avvocato Corinna Bottiglieri, il professore-direttore didattico Ambrogio Ietto, la prof.ssa Pina Boggi Cavallo, già ordinario di Psicologia all'Università di Salerno, il sindacalista Ciro Stanzione, il giornalista Pasquale Petrillo; l'avv. Gianfranco Belmonte; l'avv. Francesco Lanocita; il Dr. Catello De Martino.

  • Direttori: M° Franco Pezzullo, clarinettista, dall'ottobre 1980; M° Argenzio Iorio, compositore, dall'ottobre 1981; M° Luigi Campanino, direttore d'orchestra, dal novembre 1989; dott.ssa Concetta Di Natale, pianista, dal novembre 1991; M° Pasquale Pinna, pianista e compositore dall'ottobre 1998; M° Francesco De Mattia, clavicembalista e compositore, dal giugno 2006; M° Fulvio Maffia, pianista, dal marzo 2009; M° Imma Battista, pianista, dal giugno 2014.

 

 

Ultimo aggiornamento: 04/03/2022


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